Bambini
L’infanzia è una fase di vita dei bambini e preadolescenti di età tra gli 0 e i 13 anni.
Quando rivolgersi a uno psicologo?
Quando il bambino manifesta:
- difficoltà nel gestire le emozioni
- difficoltà di comunicazione
- difficoltà a stabilire relazioni con i compagni
- disturbi del comportamento, a casa o a scuola
- disturbi di apprendimento
- disturbi d’ansia
- difficoltà nell’affrontare momenti delicati come la separazione o il lutto
- somatizzazioni
- sofferenze psicologiche secondarie a una malattia fisica o una disabilità
- disturbi dell’alimentazione, del sonno, del controllo degli sfinteri
- disturbi legati a stress o traumi
Come si sviluppa la terapia
La consultazione prevede uno o più colloqui con i genitori, cui segue di norma l’incontro dello psicologo con il bambino, da solo o in presenza dei genitori. La consultazione ha lo scopo di cogliere la sofferenza che rende difficoltosa la crescita del bambino. Quando è necessario seguire anche la famiglia, essa viene indirizzata a un collega per il percorso di cura più idoneo.
Attraverso i colloqui con lo psicoanalista, i genitori e gli adulti coinvolti nella sua crescita (insegnanti, educatori, ecc.) arricchiscono la loro capacità di ascolto del bambino e di lettura dei suoi comportamenti. Nel caso di una “crisi evolutiva” transitoria, questa prima fase, limitata nel tempo, può essere sufficiente a permetterne il superamento.Non tutti i sintomi di un bambino richiedono analisi, ma è necessaria una raffinata competenza analitica per intervenire correttamente su di essi.
La cura psicoanalitica prevede incontri a cadenza regolare, una o più volte la settimana, in giorni e orari stabiliti, tra il bambino e “un dottore che parla con i bambini”, giocando e disegnando con loro.
Lo psicoanalista incontra periodicamente i genitori, per aiutarli a capire il bambino e per seguire insieme a loro l’evoluzione della cura.
Adolescenti
- preadolescentidagli 11 ai 13 anni
- adolescenti e giovani adulti dai 14 ai 25 anni
Possono rivolgersi a uno psicologo:
- Gli adolescenti
- genitori che riconoscono un malessere nel proprio figlio o incontrano difficoltà nell’accompagnarne il percorso di crescita
Quando rivolgersi a uno psicologo?
Quando l’adolescente manifesta:
- disagio emotivo
- difficoltà con i coetanei
- ansia e attacchi di panico
- depressione
- ritiro dall’ambito sociale
- hikikomori
- disturbi dell’apprendimento
- disturbi del sonno
- disturbi alimentari
- autolesionismo
- abuso di sostanze
- dipendenza da internet
- problemi sessuali
- bassa autostima
- insuccesso scolastico
Quando il genitore:
- sente in crisi il proprio ruolo educativo
- non riconosce o non comprende più il comportamento del figlio
- sente vani i tentativi di aiutare il figlio
Come si sviluppa la terapia
Occorre l’autorizzazione da parte di entrambi i genitori.
Il primo incontro può avvenire con l’adolescente o con i genitori o con entrambi, in base alle esigenze presenti nelle singole situazioni.
La consultazione e la cura prevedono incontri con l’adolescente e, con diverse modalità e frequenze, il coinvolgimento dei genitori.
Il coinvolgimento dei genitori è concordato tenendo conto delle esigenze presenti in ogni situazione. Rispettando la volontà dell’adolescente.
I genitori possono incontrare lo psicologo per colloqui di sostegno alla genitorialità.
Adulti
Possono rivolgersi a uno psicologo:
gli adulti che desiderano affrontare sofferenze o disagi che si sono formati e stratificati nel tempo, o che sono comparsi improvvisamente, per comprenderne le ragioni e individuare le risorse per affrontarli.
Quando rivolgersi a uno psicologo?
Quando si manifestano:
- difficoltà nelle relazioni
- difficoltà o insoddisfazione nella realizzazione di sé stessi
- difficoltà nell’area della sessualità
- traumi
- lutti
- separazioni
- ansia e/o attacchi di panico
- stati depressivi
- fobie
- disturbi ossessivo compulsivi
- disturbi psicosomatici
- disturbi alimentari
- dipendenze da droghe, alcool, gioco, internet
Come si sviluppa la terapia
Il percorso di cura avviene di norma con:
colloqui di condivisione delle problematiche e di ricostruzione della storia del disagio nella vita del paziente per concordare il percorso di cura più idoneo.
La frequenza delle sedute è concordata tra il paziente e il suo psicoanalista e varia per ogni singola situazione.
Coppie
Possono rivolgersi a uno psicologo:
le persone che vivono difficoltà nelle relazioni, e nelle dinamiche familiari, affettive, sentimentali e sessuali.
In tempi di rapidi cambiamenti la coppia, coniugale o di fatto, spesso entra in crisi. Frequentemente la risposta più facile è quella di rompere e di cambiare. In questo contesto, l’incontro con lo psicologo, può facilitare nelle coppie in difficoltà l’apertura di uno spazio di pensiero nel quale i problemi vengono affrontati nel tentativo di migliorare le capacità di trovare e favorire un miglior clima relazionale e instaurare un diverso stile comunicativo.
Quando rivolgersi a uno psicologo?
Quando nella coppia si manifestano:
- difficoltà di comunicazione
- difficoltà nell’area della sessualità
- difficoltà di procreazione
- rapporti conflittuali
- relazioni extraconiugali
- separazioni
- mediazione familiare
- lutti ed eventi traumatici
Come si sviluppa la terapia
Colloqui di coppia e individuali
Il percorso di cura avviene di norma con colloqui di condivisione delle problematiche e di ricostruzione della storia del disagio relazionale della coppia per concordare le modalità di cura più idonee.
La frequenza delle sedute è concordata dallo psicoanalista con la coppia e varia per ogni singola situazione.
Si articola in sedute di coppia, cui si possono alternare sedute individuali.
Anziani
Possono rivolgersi a uno psicologo:
1) Persone anziane che si confrontano con il cambiamento della loro realtà, interna ed esterna, in seguito al processo di invecchiamento.
2) Figli di persone anziane, che incontrano difficoltà nell’ accompagnamento dei genitori in una nuova fase della loro esistenza.
Quando rivolgersi a uno psicologo?
Quando la persona manifesta:
- difficoltà ad adattarsi alle mutate condizioni di vita, alle perdite con cui occorre inevitabilmente confrontarsi (della propria salute o autonomia, del proprio partner, del proprio ruolo nella vita professionale, sociale, familiare, delle condizioni economiche precedenti e del fantasma della perdita della propria vita)
- solitudine e isolamento
- senso di inutilità
Come si sviluppa la terapia
L’incontro con lo psicologo permette di definire un percorso che rispetti e risponda alle specifiche esigenze della persona e porti, attraverso un ascolto competente, a trasformare la crisi in un’occasione per tornare in contatto con il valore e il senso dell’esistenza.
In base alle singole situazioni, il percorso può prevedere:
- un sostegno psicologico ai figli che si trovano ad accompagnare i genitori anche per periodi lunghi di invalidità e sofferenza
- un affiancamento nella comprensione e costruzione di differenti modalità di relazione con i genitori bisognosi di assistenza. Il coinvolgimento di altri specialisti può essere attivato come supporto per uscire dall’isolamento e dall’impotenza che si attraversa in questa difficile fase del ruolo di figlio.